L’abbinamento tra l’antica Arte dei vasai senesi ed il Nicchio ha concrete fondamenta. Nel suo rione, infatti, come attestano le fonti storiche e i ritrovamenti esposti nella Sala dei Vasai della Contrada, fiorirono numerose botteghe di vasaio. Per i molti secoli, l’operosità degli artigiani costituì l’ossatura della città e non è azzardato dire che gran parte dello spirito delle antiche corporazioni vive ancora nelle nostre contrade. Uno spirito che unisce l’orgoglio per le opere fatte a regola d’arte con la naturale vocazione alla solidarietà tra fratelli di mestiere.
Ispirata a questa idea, è nata l’iniziativa di fondare un’associazione, che, in chiave moderna e non solo simbolica, ne rendesse più espliciti e concretamente praticabili gli indiscussi valori morali ed i potenziali vantaggi materiali.
Tuttavia, è evidente che, per centrare lo scopo, i doverosi riferimenti storici non sono sufficienti. E’ necessario raccogliere risorse adeguate e, soprattutto, contare sul volontariato di numerosi soci (nicchiaioli e non) convinti della validità dell’impresa.
Per rispondere a queste esigenze, si è fatto ricorso all’inserimento dell’Associazione fra i soggetti ricompresi nell’ordinamento del Terzo settore (gli organismi previsti dalla legge per favorire l’impegno sociale dei cittadini) come ONLUS, poi trasformata in APS (Associazione di Promozione Sociale) in adeguamento alla legge di riforma del settore. Un’associazione di Promozione Sociale, infatti, gode d’importanti vantaggi fiscali, che le consentono una sorta di autofinanziamento. E’, infatti, possibile destinarle (anche se non se ne è soci) il cinque per mille delle proprie imposte – senza alcun onere per il contribuente – e beneficiare di un risparmio fiscale relativo sulle donazioni a suo favore.
L’Arte dei Vasai nasce quindi nel cuore della Nobile Contrada del Nicchio per esaltarne i valori fondanti, ma non è preclusa a chi al Nicchio non appartiene, né, meno che mai, costituisce un doppione delle istituzioni tradizionali della contrada.
E’ un mezzo, concreto e moderno, per riscoprire l’importanza della produzione e non del passivo consumo della cultura, unitamente alla possibilità di contribuire al grande valore della solidarietà, tanto con la propria opera, quanto, senza sacrificio alcuno, con quote del proprio reddito.